L'Unione Sarda, articolo di Maria Grazia Marilotti - 31 dicembre 2009

«Il piano antialluvione Hidrodata fa acqua da tutte le parti». Il Consiglio comunale ne rielabora ex novo un secondo: 8 idee per rendere Capoterra un luogo più sicuro, contenute nel documento approvato ieri all'unanimità. Indicazioni su come progettare opere idrauliche di messa in sicurezza in un Comune dove l' alluvione ha provocato morte e devastazione. Suggerimenti che fanno tabula rasa della bozza stilata dalla società torinese incaricata dalla Regione di progettare la 'Capoterra sicura'.

«Va bene affidarsi ai tecnici, ma con la supervisione dei politici, conoscitori dei luoghi. Non sono stati i tecnici a loro tempo a scegliere il luogo su cui far sorgere la scuola di Rio san Girolamo e l'Hidrocontrol?», ha detto il consigliere Pdl Gigi Frau. Tutti d'accordo: gli interventi vanno fatti dalla montagna alla foce e per questo servono più risorse, i 35 milioni di euro non bastano. Insomma, il piano Hidrodata quasi sicuramente verrà rivisto da testa a piedi e gira addirittura voce, tutta da confermare, che non sarà più Hidrodata ad occuparsene. «Con la Regione c'è piena collaborazione, lavoriamo per il bene della collettività», sottolinea l'assessore ai lavori pubblici Efisio Demuru.

Il sindaco Marongiu sintetizza i punti chiave: un fiume largo il tanto che basta per poter far defluire l'acqua e i ponti dimensionati alla nuova larghezza determinata tenendo conto di quanta è piovuta quel 22 ottobre. Protezioni meno deturpanti, delocalizzazioni che non penalizzino i cittadini. I gruppi consiliari hanno chiesto anche che venga considerato tra i punti critici la foce del San Girolamo con l'apporto del Masone Ollastu. Ancora, a monte di Poggio dei Pini uno sbarramento che lasci defluire più lentamente le acque, in modo da diminuire l'entità degli interventi nella parte a valle del Rio San Girolamo.