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La sfida del cambiamento. Con Dario, Insieme per il PD. PDF Stampa E-mail
Il 14 ottobre 2007 milioni di italiani si sono messi in movimento e insieme hanno dato vita al Partito Democratico.

Con le primarie e le elezioni politiche abbiamo visto quanti altri con noi hanno raccolto la sfida del cambiamento, di apertura della nostra società e della politica, di rottura degli schemi rigidi e nacronistici del nostro paese.

Al tempo stesso abbiamo constatato come quel consenso non fosse una cambiale firmata in bianco, ma una fiducia da riconquistare e alimentare di giorno in giorno. Per farlo serve un partito che sia al servizio dell’Italia e degli italiani, di tutti gli italiani. L’esatto contrario, cioè, della politica di divisione sociale e di difesa del corporativismo che porta avanti il governo Berlusconi.

L’Italia ha bisogno di uno sviluppo economico nuovo, che faccia crescere tutto il paese senza giocare sulle sue divisioni.

Ha bisogno di mobilità sociale e di un sistema di welfare inclusivo, capace di rispondere alle nuove esigenze del mondo del lavoro e tutelare le nuove fasce di povertà e di insicurezza, a partire da quella del lavoro precario.

Ha bisogno di investire sul merito e sul talento, attraverso il ruolo fondamentale della formazione, dell’università e della ricerca, della conoscenza come motore dello sviluppo e dell’innovazione. L’Italia ha bisogno di scelte lungimiranti.

Come, di fronte alla crisi economica, Obama in America ha proposto un’idea nuova di sviluppo che fa leva sulla green economy, sul futuro e la solidarietà nazionale, così in Italia il Partito Democratico deve mettere in campo una visione coraggiosa e nuova della società: aperta, giusta, libera e solidale.

Perché questa visione sia credibile, serve coerenza nei comportamenti e nell’azione di governo e amministrazione della cosa pubblica. Solo con la coerenza tra le parole che diciamo ed i comportamenti che mettiamo in atto, riusciremo ad aggregare tutti quegli italiani che sono già in campo, in prima persona, a partite da quelli che – spesso in solitudine - in questi mesi si sono opposti alle disastrose politiche del governo. Dal mondo della scuola ai pensionati, dai dipendenti alle piccole e medie imprese, c’è un’Italia che ha bisogno di risposte, che ci chiede e vuole costruire nuove risposte.

Per fare tutto questo, per vincere la sfida del cambiamento, dobbiamo costruire un partito radicato che risponda alle nuove esigenze della società. Non c’è contrapposizione tra partito delle primarie e partito strutturato. La rete dei circoli, per quanto fragile, ha tenuto in piedi il partito in questi mesi. Le Feste democratiche e de l’Unità sono vissute come momenti e spazi collettivi, politicamente caratterizzati ma aperti a tutti e “interessanti” per tutti. Dobbiamo pensare i nostri circoli come luoghi utili alla collettività, dove ragionare di politica ma anche in cui trovare risposte concrete, momenti di socializzazione e servizi utili.  Dobbiamo valorizzare il loro lavoro e renderlo possibile, dando loro strumenti, attenzione e rappresentanza reale, non solo “compiti” da svolgere. Dobbiamo mettere a frutto lo strumento delle primarie, farne occasione di confronto politico vero, aperto e trasparente, e meccanismo di promozione della classe dirigente, fuori da ogni logica di cooptazione.

Ma soprattutto il PD deve darsi una nuova identità, una nuova appartenenza che superi le vecchie. Ci sarà un partito strutturato e radicato, solo quando il PD smetterà di essere un partito di ex, ma avrà costruito una nuova compiuta identità democratica. Quando arriveremo ad essere tutti, semplicemente, democratici.

Due anni fa abbiamo iniziato un cammino collettivo che ha dato vita al primo grande partito di questo secolo.  A noi stessi e all’Italia abbiamo promesso una nuova stagione. Oggi, e’ Dario Franceschini ad incarnare questa idea. In questi pochi, difficili mesi alla guida del partito, e’ stato capace di dare unità al partito, di usare parole chiare e compiere scelte nette e coraggiose. Dovrà continuare a farlo, dovremo aiutarlo a continuare a farlo, con determinazione e coerenza.  

Tanti giovani dirigenti di partito, amministratori, parlamentari ed esponenti della società civile, sono impegnati a sostenere la candidatura di Dario.

E’ la generazione che sta già “facendo” il PD, il suo presente e non solo il suo futuro. Con Dario Franceschini, con l’impegno diretto di tanti di noi, possiamo dare gambe al percorso del PD e costruire un futuro per il nostro partito e per il nostro paese.  

Vinicio Peluffo, Federica Mogherini, Pina Picierno, Andrea Causin, Francesco Ori, Leonardo Impegno, Luca Rizzo Nervo, Daniela Sbrollini, Giuseppe Lupo, Federica Fratoni, Daniele Giordano, Chiara Braga, Andrea Catena, Stefano Fancelli, Michele Fina, Benedetta Squittieri,Antonio Iannamorelli, Brenda Barnini, Marianna Bartolazzi, Alessio Beltrame, Giorgia Beltramme, Romano Benini, Massimo Bettin, Caterina Bini, Tommaso Bori, Michele Brisighelli, Marco Campagna, Leonardo Cappellini, Francesco Casini, Elisa Cavalli, Pasquale Centin, Francesco Comi, Matteo Corbo, Diego Crivellari, Giacomo D’Arrigo, Carmine De Blasio, Efisio De Muru, Natale Di Cola, Massimiliano Dolce, Marino Fardelli, Caterina Ferri,Rocco Fiore, Luca Fioretti, Pierluigi Fontana, Federico Frigato, Giovanni Lattanzi, Gianluca Lioni, Emanuele Lodolini, Luigi Madeo, Loris Marchesini, Dario Marini, Paolo Masini, Simone Morelli, Luciano Nobili,Ubaldo Pagano, Mattia Palazzi, Luigi Petti, Linda Pieragnoli, Alessandro Pieroni,Alessandro Pinciani, Francesca Puglisi,Andrea Ranalli, Enzo Reda, Pierluigi Regoli, Stefano Rimini, Matteo Rossi, Fabio Santoro, Francesco Scoppola, Monica Torchio, Sara Valmaggi, Francesco Verducci 
 
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