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Il sindaco: «Il via con le lottizzazioni colpite dall'alluvione» PDF Stampa E-mail
L'Unione Sarda, articolo di Andrea Piras - 27 ottobre 2009

L'amministrazione municipale potrà mettere mano agli interventi di restauro dei servizi e risolvere le piccole e grandi emergenze.

La proposta l'ha lanciata il sindaco Giorgio Marongiu pochi giorni fa, durante un'affollata assemblea pubblica, nella chiesa di Frutti d'Oro. Ma a Capoterra se ne parla da tempo, almeno da quando l'ultima tragica alluvione del 22 ottobre ha riproposto il caso di un territorio cresciuto nel tempo a macchia di leopardo e contraddistinto da molte lottizzazioni, comunioni private di cui i proprietari sono esclusivamente i condomini. In sintesi: i condomini rinuncino alla proprietà privata e diventino pubblici. Alla stessa stregua di tanti altri quartieri di Capoterra. Solo così l'amministrazione municipale potrà mettere mano agli interventi di restauro dei servizi (reti fognarie, condotte idriche, strade e via discorrendo) e risolvere, una volta per tutte, le piccole e grandi emergenze di Frutti d'Oro o di La Vigna, di Torre degli Ulivi o di Su Spantu, di Rio San Girolamo.

«Non possiamo andare avanti a mettere pezze per aggiustare i guasti, mettiamoci seduti e iniziamo un ragionamento serio e una programmazione anche a lungo termine per capire se si è davvero intenzionati a cambiare questo stato di cose», spiega Marongiu. «Sia chiaro, non parlo di tutte le lottizzazioni, si tratta di un piano che ha necessità di tempi. Iniziamo con Rio San Girolamo, con Frutti d'Oro, con le comunioni che hanno dovuto affrontare la grande emergenza dell'alluvione. Poi si procederà con le altre. Io credo che i tempi siano ormai maturi». Proprio ieri pomeriggio alcuni dei capicondomini hanno raggiunto il Municipio dov'era in corso una seduta del Consiglio. A riceverli l'assessore ai Lavori pubblici, Efisio Demuru. «Credo che il cambiamento sia necessario, lo dicevo dieci anni fa e lo ribadisco oggi».

Carla Cancellieri di Su Spantu 3, lo dice chiaramente: «Sono decisioni che può prendere solo l'assemblea dei soci, la cessione al Comune va comunque quantificata visto che per anni i condomini hanno speso per viabilità, per l'igiene ambientale, per l'acqua. Noi pagammo le opere di urbanizzazione primaria al lottizzante e poi le opere di urbanizzazione secondaria al Comune. Da qui bisognerà partire».

Convinto che la deprivatizzazione delle comunioni sia la giusta strada da percorrere, è l'amministratore di Torre degli Ulivi 2, Giuseppe Marongiu. «Faccio un esempio: prima avevamo la nostra rete fognaria, esistevano le vasche di decantazione e aveva un senso restare appunto privati. Oggi siamo collegati alla rete pubblica, non ha più senso continuare così. Sono però idee assolutamente personali, la decisione spetta al soci». Per il sindaco Marongiu bisogna partire dalle comunioni “alluvionate”. Possiamo trovare due forme di finanziamento: chiedere alla Regione o, nel caso non arrivino risposte positive per mancanza di fondi, il Comune può accedere a un mutuo. Lancio una proposta: quest'anno iniziamo con Rio san Girolamo, l'anno venturo con Frutti d'Oro. E qui mettiamo mano ai lavori senza alcun impedimento. D'altra parte la Regione è stata estremamente chiara per il ponte distrutto di Pauli Ara. Prima la coop di Poggio dei Pini ceda le aree e solo dopo si potrà avviare la realizzazione del nuovo ponte». Critico il capocondomino di La Vigna, Carlo Carcangiu: «Abbiamo chiesto incontri in Municipio ma il sindaco ci ha sempre snobbati. Il passaggio dal privato al pubblico non è facile, qui da noi esistono 250 famiglie: tutte devono approvare la deprivatizzazione. Allora: il sindaco faccia le sue proposte e noi le porteremo al vaglio dell'assemblea». E critico Giuliano Tudino di Frutti d'Oro primo: «La verità è che noi capicondomini diamo fastidio, rappresentiamo diecimila abitanti che nel caso di cessione delle comunioni al Comune non avrebbero più rappresentanti».
 
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Efisio Demuru

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