5 Marzo 2009
In questi mesi e in questi giorni milioni di lavoratori italiani si domandano preoccupati se avranno e per quanto ancora la sicurezza del loro posto di lavoro.
Questa preoccupazione si traduce con l'affanno di pensare se ci saranno i soldi per pagare il mutuo, l'affitto o il rateo della macchina e il futuro per i figli.
Sono queste le paure serie e legittime di tanti italiani che di fronte ad una crisi economica che si annuncia sempre più grave con il rischio di perdere nel 2009 600.000 posti di lavoro e con una probabile riduzione del 2.5 % del PIL, chiedono alla Politica di intervenire.
Questa è anche una crisi nella crisi per quanti hanno un contratto di collaborazione o a tempo determinato che non solo rischiano di perdere il lavoro, ma non hanno nessuna possibilità di avere un minimo sostegno al reddito, niente indennità di disoccupazione e niente cassaintegrazione.
Sto parlando di giovani, donne e uomini, che hanno studiato e offrono un lavoro serio in tante aziende private e in tanti settori della pubblica amministrazione.
Il Partito Democratico ha fatto proposte ragionevoli : un’indennità di disoccupazione, immediata e per tutto il 2009, pari al 60 % dell’ultimo salario percepito da erogare ai lavoratori che perdono il posto di lavoro e non hanno nessuna forma di tutela del reddito.
Il governo Berlusconi ha detto no, ha detto che i conti pubblici non lo consentono, ribattendo che il PD fa proposte fuori dalla realtà.
La verità è che questo governo non cerca soluzioni, non si prende la responsabilità di far pagare i costi della crisi economica a quella piccolissima minoranza degli italiani che da questa fase di recessione non sarà neanche sfiorata, certamente il centrodestra non pensa di combattere l'evasione fiscale che potrebbe generare risorse per sostenere una reale politica di Welfare. Il rifiuto di cercare una soluzione a questi problemi è grave perché dimostra la più totale insensibilità verso chi rischia di perdere il proprio reddito.
Non bisogna arrendersi, è necessario coinvolgere le parti sociali e non lasciare soli tutti quei lavoratori precari che rischiano di essere la parte più debole di fronte alla crisi economica. Proposte del Gruppo Parlamentare
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