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Pd, i Ds vogliono contare di pił |
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24 Giugno 2007 - La Nuova Sardegna, articolo di Roberto Paracchini
CAGLIARI. Partito democratico (Pd) al via. I Ds della provincia iniziano i lavori per la realizzazione della nuova formazione politica. E lo fanno con una campagna di tesseramento per i diesse. «Il 14 ottobre ci saranno le votazioni per la costituzione del Pd - spiega il segretario provinciale Efisio Demuru - e anche questo processo va preparato. Da qui la campagna di adesione ai Ds, come elemento di mobilitazione nel territorio, che può dare un contributo al nuovo partito». Nelle elezioni del 14 ottobre saranno scelti non solo il segretario nazionale, ma anche i responsabili regionale e le rispettive direzioni. «Il nostro obiettivo - continua Demuru - è anche quello di aumentare il peso specifico della sinistra democratica riformista (di cui facciamo parte) all’interno del nuovo partito. La possibilità che anche Walter Veltroni si candidi, ha aumentato questa spinta».
Mobilitazione, quindi, che significa anche confronto con le altre anime del Pd, la Margherita e Progetto Sardegna. Sullo sfondo, non va dimenticato, c’è anche il fatto che tra i 45 nomi del comitato costituente del partito non c’è alcun Ds: sono presenti, infatti il governatore Renato Soru, fondatore di Progetto Sardegna, e i parlamentari della Margherita Paolo Fadda e Antonello Soro. Da qui e visto che vi saranno elezioni pe la costituzione del Pd, la volontà di mobilitare e aumentare la componente dei Ds.
Nello stesso tempo non sono ancora state chiarite le modalità delle delle urne. Si parla di liste (una o più) che sosterranno un candidato e si è anche ipotizzato che queste possano essere bloccate. «Un fatto, questo - precisa Ninni Depau, consigliere comunale dell’Ulivo per i Ds - su cui non sono d’accordo in quanto significherebbe che la direzione del partito (sia nazionale che locale) sarebbe, in parte, predeterminata. In questo momento, invece, è importante sottolineare l’aspetto di partecipazione e coinvolgimento che deve avere il Pd. Dovrà essere un partito di massa e non un organismo in cui si votano i dirigenti e poi gli iscritti non contano».
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