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Sempre pił aspra la guerra nel Pd. Gli under 40: basta divisioni PDF Stampa E-mail
2 Agosto 2008 - L'Unione Sarda, articolo di Giuseppe Meloni

Adesso tira aria di carte bollate, nel Pd. La notizia non è ufficiale ma trova conferme da più parti: qualcuno avrebbe già presentato ricorso al giudice ordinario contro l’elezione di Francesca Barracciu alla segreteria. Benzina sul fuoco dello scontro, mentre esplode una nuova polemica tra il presidente dell’assemblea regionale, Roberto Deriu, e un gruppo di delegati che chiede di riconvocare la costituente per eleggere il segretario. Rischia insomma di cadere nel vuoto l’appello diffuso ieri da una ventina di giovani dirigenti e militanti, che chiedono di porre fine alle divisioni e alle «lotte di potere».

IL RICORSO. Nell’area che non riconosce la nuova leadership, in effetti, l’ipotesi di rivolgersi al tribunale è stata presa subito in considerazione. Ma ancora ieri mattina, in una riunione in via Emilia, tutti i big (da Emanuele Sanna a Tore Cherchi) erano d’accordo per agire solo sul piano politico. Invece qualche delegato non di primo piano avrebbe deciso autonomamente e fatto ricorso.

Nella riunione era stata concordata un’altra iniziativa: una richiesta (da parte di 36 delegati, primo firmatario Antonello Cabras) al presidente Deriu di convocare l’assemblea per l’elezione del segretario. Ma per Deriu questo ordine del giorno è irricevibile: l’elezione del nuovo segretario - replica - c’è stata ma è sub judice perché la segreteria nazionale ha girato la questione alla commissione di garanzia. Pare che anche Walter Veltroni si sia espresso così in una lettera che sarebbe stata inviata a Cabras, per suggerire uno stop a tutte le iniziative finché non decideranno i garanti.

L’AFFONDO. Deriu non si accontenta di respingere la richiesta di convocazione, ma polemizza coi firmatari del documento: «Se ci occuperemo seriamente della questione - attacca - spiegherò loro che la norma sulla convocazione obbligatoria dell’assemblea con un quinto delle firme vale solo per nazionale». Poi finisce nel mirino Tore Corona, che gli ha materialmente inviato la richiesta: «Stupisce che un esperto funzionario di partito non sappia che dell’elezione del segretario si sta occupando la commissione nazionale di garanzia. Questa distrazione deriverà forse dall’attenzione che Corona deve dedicare alla ristrutturazione del palazzo di via Emilia». Frecciata riferita alla scomparsa dell’insegna del Pd dalla storica sede cagliaritana.

CHERCHI. Su quest’ultima vicenda, per altro, in precedenza era tornato Tore Cherchi assicurando che la rimozione dell’insegna e i lavori sulla facciata erano previsti da tempo: «Spiace perciò leggere alcune dichiarazioni malevole, che sollevano un polverone con l’intento di fare danno e nascondere i veri problemi. Quella sede è stata fatta lira su lira con le sottoscrizioni di gente seria, che sa cosa sono le regole e ha il senso del bene comune».

I GIOVANI. «Ci auguriamo che siano ristabilite le più elementari regole democratiche», scrive un gruppo formato perlopiù da ex Ds sui 40 anni o giù di lì (l’elenco è aperto da Efisio Demuru, Mauro Sanna e Nicola Comerci,gli ultimi segretari provinciali dei Ds a Cagliari, Sassari e Olbia). A loro giudizio il Pd in Sardegna «non è riuscito a realizzare i suoi obiettivi», specie «l’allargamento della partecipazione attiva dei cittadini alla politica».

Non solo: «I militanti dei Ds, della Margherita e di Progetto Sardegna sono stati allontanati dai luoghi di discussione politica e decisionali. Il risultato è un partito che non prova neanche a nascondere il verticismo». A questo punto bisogna «interrompere questa divisione e rimettere al centro la politica, con la discussione dei reali interessi della Sardegna».
 
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Efisio Demuru

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