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Capoterra, rabbia e delusione PDF Stampa E-mail

La Nuova Sardegna, articolo di Bettina Camedda - 25 Settembre 2010

“Per non dimenticare e per non essere dimenticati” è lo slogan che ieri pomeriggio ha unito centinaia di capoterresi in un unico corteo organizzato dal movimento Capoterra solidarietà e pari dignità. Rabbia, panico, vergogna, ansia, dolore sono invece le parole stampate su decine di cartelli verdi e impressi nella mente di chi a distanza di quasi due anni da quel tragico 22 ottobre, il giorno dell’alluvione, è stato lasciato solo e attende che la messa in sicurezza del territorio come era stato loro promesso.

Come spiega Carlo Carcangiu, presidente del movimento Capoterra solidarietà e pari dignità <<I soldi ci sono ma è ancora tutto da fare e con un commissario straordinario come il Presidente Cappellacci basterebbe molto poco per iniziare. La gente è preoccupata, alcuni sono ancora in cura dallo psicologo>>. Piove ma qualche goccia non ferma la rabbia e la paura. Sono tutti presenti. Il corteo si è dato appuntamento nella piazza antistante la chiesetta di Sant’Efisio, vicino alla rotonda di Su Loi e armato di fischietti, cartelli e striscioni ha proseguito lungo il bivio di Capoterra fino a Rio San Girolamo dove si è tenuto un dibattito sui problemi della sicurezza del territorio, sulla situazione della SS195 e sulla mancata realizzazione del piano della società Hidrodata. Un piano che era stato presentato dall’Assessore regionale Carta nel mese di aprile e i cui lavori sarebbero dovuti iniziare nel giugno scorso. Ma i soldi sono ancora fermi in Regione perché la burocrazia ha tempi lunghi anche quando il commissario straordinario si chiama Ugo Cappellacci, il Presidente della Regione Sardegna. Due anni, quattro persone che hanno perso la vita, case distrutte dal fango e dall’acqua e troppe promesse non mantenute: un prezzo troppo alto per gli abitanti di Frutti d’Oro, Poggio dei Pini e Rio San Girolamo che ora pretendono che alle tante parole da “campagna elettorale” seguano i fatti.


Sale così la rabbia che si fa sentire soprattutto quando ad intervenire è il sindaco di Capoterra Giorgio Marongiu.  Ma la gente è stanca di ascoltare, vuole i fatti.Tra i presenti anche l’Assessore ai Lavori pubblici di Capoterra Efisio Demuru:<< a distanza di due anni la situazione è ancora ferma ad uno studio di massima della società Hidrodata. La Regione - dichiara l’Assessore - ha deciso di avocare a sé i 36 milioni e mezzo della messa in sicurezza di Rio San Girolamo e Rio Masone Ollastu ma al momento non ha neanche portato un progetto preliminare inoltre deve al nostro comune 5 milioni di euro, che sono le risorse che il Comune di Capoterra ha utilizzato>>.I cartelli verdi, per tutta la durata della manifestazione, restano stretti tra le mani di chi in una sola notte ha visto spazzato via tutto. Li tengono in alto, bene in vista, affinché tutti possano vedere che loro ci sono e continueranno questa lotta finché non otterranno ciò che chiedono: la sicurezza.

 
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Efisio Demuru

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