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Festa Pd, domani conclusione con la Bindi PDF Stampa E-mail

18 settembre 2010

Metti una sera sul palco, alla festa del Pd, un sindaco di centrodestra (Emilio Floris), un possibile futuro candidato sindaco del centrodestra (Massimo Fantola), un assessore comunale di centrodestra (Paolo Carta): e il confronto con i padroni di casa, amministratori e dirigenti democratici, scorre liscio come un biliardo. Al Bastione Saint Remy nessun fumogeno per gli avversari politici, solo fair play e anche qualche applauso.

TASSE COMUNALI Del resto, i dibattiti dimostrano che su alcuni temi ci sono delle visioni non troppo distanti: lo dimostra il sindaco di Cagliari, che malgrado l'etichetta Pdl confessa «qualche timore» sull'attuazione del federalismo fiscale, «di cui pure sono fautore». Perché, dice Floris, «abbiamo letto molte cose, sul tema, ma partecipiamo poco alle decisioni». Quando si discuterà del costo dei servizi, per esempio, «si dovrà capire che non tutti i Comuni sono uguali. Cagliari ha 160mila abitanti, ma deve gestire servizi per 300mila che di fatto ci lavorano e ci vivono». Il suo collega di Sassari, Gianfranco Ganau, pone la questione del patto di stabilità, che limita la spesa: «Il mio Comune deve 7 milioni a imprese che hanno lavorato per noi. Pur avendo i soldi in cassa, non possiamo pagarli perché la Regione ha sforato il patto. Altre regioni stanno provando a ridiscuterlo, facciamolo anche noi».

Per Tore Cherchi, presidente dell'Anci Sardegna, l'autonomia impositiva dei Comuni si dovrà coniugare con maggiore responsabilità: «Se un sindaco aumenterà un'imposta ci metterà la faccia, e i cittadini verificheranno da vicino eventuali sprechi». Il senatore Antonello Cabras invita ad accettare la sfida del federalismo, «sapendo che il riequilibrio tra i territori dovrà essere compito dello Stato. Gli enti locali dovranno fare la loro parte, dimostrando efficienza gestionale».

L'AREA VASTA Il governo dell'area vasta di Cagliari è il tema di un'altra tavola rotonda, in cui Carta (Udc) e Fantola (Riformatori) discutono con una batteria di volti noti del Pd: sindaci e assessori dell'hinterland (Marco Sini, Valter Piscedda, Efisio Demuru), esponenti della maggioranza alla Provincia (Roberto Pili, Piero Comandini), il costituzionalista Gianmario Demuro, il segretario provinciale di Cagliari Thomas Castangia.

Tutti d'accordo sul fatto che al capoluogo e ai centri satelliti servano politiche comuni: le divergenze emergono sulle responsabilità e sugli strumenti da adottare. «Il capoluogo non fa da traino», dice Castangia. Per Comandini «l'area metropolitana non è decollata perché Cagliari ha programmato senza consultare gli altri».

«È un'esagerazione», ribatte Fantola, che poi avverte: «Non servono politiche solo per la gestione della mobilità, dei servizi, della pianificazione. Il nodo è lo sviluppo economico: Cagliari e le altre città devono trovare una nuova identità economica a quest'area». C'è chi vorrebbe un ente nuovo, sovracomunale: «Alcuni strumenti ci sarebbero già, come il piano territoriale di coordinamento», obietta Gianmario Demuro, «e comunque non si moltiplichino gli enti. Vogliamo il sindaco dell'area vasta? Cancelliamo la Provincia».

IL PROGRAMMA La festa del Pd si concluderà domani sera, con la presidente dell'assemblea nazionale Rosy Bindi. Oggi, alle 18, dibattito sul tema “Oscurare l'informazione, imbavagliare la democrazia”: intervergono Franco Siddi, segretario della Federazione della stampa, Filippo Peretti, presidente dell'Ordine dei giornalisti sardo, il direttore editoriale dell'Unione Sarda Gianni Filippini, il direttore del Tempo Mario Sechi, Massimo Mucchetti (Corriere della Sera) e il responsabile nazionale informazione del Pd, Matteo Orfini. (g. m.)

 
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