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Senza acqua in casa, i residenti di Poggio denunciano Abbanoa PDF Stampa E-mail
20 luglio 2010

Si sono presentati davanti alla sede della cooperativa in accappatoio e rasoio, spazzolino, saponetta. Gran parte degli esasperati 1.800 residenti di Poggio dei Pini ieri mattina hanno inscenato una singolare protesta contro la cronica carenza d'acqua che, mentre le temperature hanno raggiunto livelli record, da dieci giorni arriva nelle case col contagocce.

La protesta è montata e, dopo l'interrogazione del consigliere d'opposizione Franco Magi al sindaco Giorgio Marongiu e all'assessore al Lavori pubblici Efisio Demuru (chiedeva un intervento nei confronti di Abbanoa), uno dei residenti ha presentato un esposto in Procura a Cagliari: «Dal 7 luglio», scrive Andrea Vacca, «nella zona in cui vivo la normale erogazione dell'acqua, fino ad allora puntuale, è stata dapprima interrotta per diverse ore durante il giorno e poi, dal 16 pomeriggio, interrotta completamente». Da qui la denuncia «per interruzione di pubblico servizio». Non è il solo: altri cittadini hanno raccolto le firme per preparare una lettera di denuncia.

Maggiormente colpiti sono i quartieri di Pauliara e Santa Barbara, coi rubinetti quasi a secco. «Siamo abbandonati a noi stessi», sottolinea Donatella Lissia, residente nella parte alta di Santa Barbara, «Abbanoa ha ridotto la pressione e ora esce un filo che sparisce subito dopo. Per misericordia ci hanno riempito la cisterna, ma con questo caldo c'è da stare davvero male. La gente è esasperata, non si possono trattare in questo modo persone che pagano regolarmente le bollette».

Tutto è cominciato una decina di giorni fa quando con un decreto è stata ridotta la portata dell'acqua ai livelli precedenti l'alluvione. Allora c'erano i pozzi, che garantivano metà approvvigionamento. L'altro 50 per cento era a carico di Abbanoa. Poi l'alluvione li ha distrutti e il gestore ha dovuto aumentare la pressione per soddisfare le esigenze degli abitanti. Ora ha riportato la pressione ai livelli pre tragedia. Per far fronte all'emergenza, la cooperativa Poggio dei Pini fa avanti e indietro tutto il giorno con i suoi mezzi portando acqua dalle zone basse a quelle alte. Ma è un intervento tampone, e il malcontento è aumentato perché, a detta dei soci, Abbanoa non avrebbe fornito alcuna collaborazione per risolvere il problema o anche solo per alleviare i disagi. «Tentiamo di supplire all'indifferenza dell'ente preposto», spiega il presidente della coop, Giangiacomo Cocco, «con il dovuto preavviso avremmo potuto riattivare i pozzi, ma nessuno è stato avvisato e ci siamo trovati di fronte a una situazione drammatica».

MARIAGRAZIA MARILOTTI
 
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Efisio Demuru

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