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Alluvione, la beffa dei finanziamenti PDF Stampa E-mail
Articolo di Andrea Piras - 31 maggio 2010

CAPOTERRA. Alluvionati e beffati. E magari anche costretti, un anno e mezzo dopo il disastro, a dover restituire i finanziamenti (tra l'altro considerati alquanto modesti) ricevuti per i danni subiti durante il nubifragio del 22 ottobre.

Capita anche questo a Capoterra. E in città, ora, riesplode la rabbia. Proprio in questi giorni in cui in Municipio è arrivata la lettera del direttore del Servizio di Protezione civile, Giorgio Onorato Cicalò, che annuncia all'amministrazione municipale la liquidazione di un milione di euro (esattamente 1.001.430,95) per i danni subiti dalle abitazioni.

LA RABBIA Un documento attesissimo che non dà speranza e non fa gioire chi aveva già usufruito della prima tranche di contributi per i “beni mobili indispensabili alla vita familiare”.

Una lettera tra le tante inviata dalla direzione del Corpo forestale Servizio protezione civile con cui vengono revocati i contributi (un esempio? 10 mila euro) già erogati. Nero su bianco, le motivazioni: danni subiti a beni allocati nello scantinato e all'autovettura. “...si porta a conoscenza - è scritto - che sono risarcibili i danni causati ai soli beni mobili allocati al piano terra dove il livello dell'acqua abbia raggiunto almeno la quota di 30 centimetri. Si intende per piano terra il primo livello dell'abitazione in possesso della regolare certificazione di abitabilità”.

Decisioni che stanno scatenando una vera rivolta tra chi ha, a suo tempo, presentato la richiesta dei risarcimenti (poi erogati) e che magari ha anche già speso gli aiuti economici arrivati dalla Regione.

IN AULA A portare l'istanza nell'Assemblea civica è stato il consigliere di maggioranza Leopoldo Marrapese. Il Consiglio non soltanto ha fatto propri i due punti indicati da Marrapese nella sua mozione (“che vengano annullati provvedimenti di revoca dei contributi erogati per i danni ai beni mobili allocati negli scantinati e alle autovetture; che si specifichi il quadro normativo di riferimento affinché vengano ammesse anche le istanze di richiesta del contributo laddove i danni siano subiti da beni mobili custoditi negli scantinati delle abitazioni dal momento che le allocazioni dei beni mobili danneggiati non può di per se essere assunto come elemento probatorio di un utilizzo di tipo abitativo di tali locali”), ma ha anche inserito altri elementi suggeriti da altri esponenti di maggioranza e opposizione. Tra questi che il danno delle autovetture venga computato separatamente da quelli subiti dai beni mobili.

LE NORME «Le verità - sostengono Marrapese e l'assessore ai Lavori pubblici, Efisio Demuru - è che bisognerà mettere mano alla legge, solo così il funzionario della Protezione civile non sarà costretto a richiedere indietro i quattrini già erogati e la norma non potrà essere interpretata in modo così restrittivo». Non solo. Per poter soddisfare realmente le esigenze di chi quel maledetto 22 ottobre si è visto le abitazioni distrutte e danneggiati gravemente auto e mobili sarebbero necessari ben altri fondi. «Perché - ricorda l'assessore Francesco Dessì - la delibera sui finanziamenti inizialmente doveva garantire i contributi soltanto a Capoterra e poi venne estesa anche - e giustamente - agli altri centri alluvionati dell'Isola. Peccato però che la somma iniziale, già inadeguata per il nostro territorio, lo divenne ancor più quando si decise che doveva essere ripartita tra ben altri paesi».
 
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Efisio Demuru

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