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Ś unanime del Consiglio comunale alla “variante 2” del progetto Hidrodata PDF Stampa E-mail

L'Unione Sarda, articolo di Andrea Piras - 31 marzo 2010

Capoterra. Via libera al piano idrogeologico. Valle del rio San Girolamo, meno rischi in caso di alluvioni. Il Consiglio approva all'unanimità il piano idrogeologico. La delibera già inviata alla Regione. Entro l'anno l'appalto delle opere. Vedi le altre foto P iù sicurezza dai monti a valle, lungo il bacino idrogeologico del rio San Girolamo e del Masoni Olastu. Un futuro meno a rischio per migliaia di residenti che su quella fascia di territorio - era il 22 ottobre del 2008 - hanno conosciuto disastri e morte e che ora Capoterra vuole proteggere per preservare, una volta per tutte, i suoi abitanti dal pericolo alluvioni. Unanime è stato il voto dell'assemblea civica al piano di messa in sicurezza della valle del San Girolamo. Unanime e trasversale come lo era stata la posizione assunta nei giorni scorsi dalla commissione consiliare all'Urbanistica e ai Lavori pubblici.

LA SCELTA A passare, delle tre varianti proposte dai progettisti (la direzione è del professor Marco Mancini, la consulenza scientifica del geologo Giovanni Tilocca con la collaborazione dell'Ati Art-Hidrodata-Dhi Italia) è stata la “soluzione 2”. Il progetto che, in sintesi, non prevede durante la completa sistemazione delle opere idrauliche del Rio San Girolamo, nessuna delocalizzazione di case private (solo l'ormai ex scuola elementare di San Girolamo sarà abbattuta, insieme a qualche rudere troppo vicino al fiume), contempla invece l'allargamento dell'alveo del fiume fino ai cinquanta metri con briglie selettive per impedire il trasporto solido. «In effetti - spiega il sindaco Giorgio Marongiu - nella scelta di adottare la soluzione 2, non abbiamo escluso alcune parti della variante 3, da cui abbiamo estrapolato alcuni punti. Intanto chiediamo alla Regione e ai tecnici di allungare il tratto di intervento idraulico dalla foce fino al nuovo ponte di Pauliara, così da migliorare anche la situazione nella zona sportiva di Poggio. Chiediamo anche il sollevamento dell'argine di protezione a monte della lottizzazione san Girolamo e che venga realizzata un'ampia golena con un argine di protezione di Frutti d'Oro 2». Di fatto un'area di rispetto dove più nessuno, a Capoterra, potrà pensare di costruire come era stato fatto, in modo assolutamente selvaggio, negli anni Settanta. Con conseguenze che ancora oggi, il territorio, sta pagando. Un'incredibile colata di cemento sula costa e dove un tempo scorrevano i fiumi che ha aggravato malamente la situazione durante gli imponenti nubifragi degli ultimi anni e ancora di più quel maledetto 22 ottobre del 2008, quando su Capoterra cadde un'incredibile quantità di pioggia capace, in poche ore, di trasformare il placido rio san Girolamo in un fiume in piena di portate eccezionali.

IL PRESIDENTE «Proprio tenendo conto di queste portate d'acqua - spiega il presidente della commissione consiliare all'Urbanistica, Dino Boero - è stato approntato il piano Hidrodata e di conseguenza tutte le strutture che saranno realizzate, ponti in testa, dovranno tener conto di questi valori». Spiega l'assessore Efisio Demuru: «La sezione del fiume sarà portata a 50 metri. Il nuovo ponte sulla 195 crescerà con tre campate. Di 40 metri quella centrale, di 30 le due laterali. E di quaranta metri sarà la campata del ponte sul Masoni Ollastu. Come idone per sopportare eventi di piena saranno anche i ponti vicino a Hidrocontrol, quello vicino alla chiesetta di san Girolamo e a monte della diga di Poggio dei Pini».

GLI AIUTI Un sì, quello del Consiglio, che ha tenuto conto dei suggerimenti della società civile. Così nelle richieste è stata anche inserita la pista ciclabile che da Poggio dei Pini finirà al mare proposta dall'associazione 22 ottobre, impegnata sin da quella terribile mattina nella tutela del territorio. Intanto la delibera del Consiglio è già stata spedita all'assessore regionale ai Lavori pubblici, Angelo Carta. La speranza è che entro l'anno gli appalti vengano assegnati e le opere possano verde la luce.

 
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Efisio Demuru

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