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Trevi se ne va, niente eolico off-shore PDF Stampa E-mail

27 marzo 2010

La soddisfazione del deputato Pili: «Vinta la battaglia, ma ora la Regione recuperi le sue competenze». Vedi le altre foto C on modalità poco ortodosse, ma alla fine la lettera di rinuncia è arrivata. Nel senso che a recapitare il messaggio con il quale la Trevi Energy di Cesena ha ritirato la sua manifestazione di interesse per una concessione cinquantennale nel Golfo degli Angeli è stata una società marittima cagliaritana. L

A RINUNCIA La copia di una comunicazione via mail, accompagnata da una missiva firmata da Michele Pons, è arrivata negli uffici della Capitaneria di porto attorno alle 9.45: «Contiene un messaggio scarno - commenta il comandante Giuseppe Mastroianni - con il quale l'azienda Trevi ufficializza il suo disimpegno». Una novità da tempo attesa, nonostante le modalità irrituali con le quali la decisione si è manifestata.

IL PROGETTO In campo la società aveva messo un piano per l'installazione, a sei miglia dalla costa, di 33 aero-generatori della potenza di 3 megawatt l'uno, alti quasi cento metri sul livello del mare.

LA PROTESTA A dare il primo annuncio, ieri mattina, è stato il deputato Mauro Pili, che ha guidato la mobilitazione del territorio contro la muraglia eolica che qualcuno avrebbe voluto costruire al largo del litorale cagliaritano: «Undici giorni dopo l'annuncio e ventiquattr'ore dopo l'ennesima denuncia pubblica la Trevi Energy ha rinunciato al progetto, anche se le modalità e i tempi sono davanti agli occhi di tutti e si commentano da soli - sostiene l'ex presidente della Regione - la Capitaneria sospenderà immediatamente tutte le procedure in corso e il progetto sul golfo di Cagliari può dirsi archiviato definitivamente. Resta aperta la questione fondamentale: è quella relativa alle competenze della Regione, che deve ripristinare la propria potestà sulla materia del paesaggio. Perché persistono ancora rischi, ad esempio, per la costa di Oristano». Secondo il parlamentare del Pdl la Trevi Energy ha cercando di confondere le acque anche nell'ultima comunicazione invitata alle autorità marittime cagliaritane: «Nella lettera inviata ieri l'azienda avrebbe potuto risparmiarsi i richiami alla sensibilità per le popolazioni, visto che la stessa è arrivata fuori tempo massimo e nemmeno troppo convintamente. Resto dell'avviso che le speculazioni su mare e su terra, legate alle energie rinnovabili, debbano essere contrastate con forza e determinazione, tenendo alta l'attenzione su questi temi».

I PROGETTI La rinuncia all'eolico off-shore non significa che però il colosso Trevi (tra i leader mondiali nel settore delle grandi opere) abbia definitivamente abbandonato l'idea di investire in Sardegna. Il management avrebbe, infatti, manifestato l'intenzione di spostare il suo raggio di interesse sul settore dell'eolico terrestre. Cosa che sarebbe stata ribadita anche nel colloquio avuto con il governatore Ugo Cappellacci lo scorso 15 marzo in viale Trento. Intenzioni che, secondo quanto riferiscono fonti della presidenza della Giunta regionale, sarebbero state immediatamente stoppate. Anche perché tre giorni prima, il 12, l'esecutivo aveva adottato la delibera con la quale metteva al bando i parchi marini del vento, avocando a sé la materia per quel che riguarda gli impianti da localizzare nelle zone industriali o in quelle già compromesse dal punto di vista paesaggistico.

FACEBOOK A commentare la definitiva rinuncia da parte di Trevi Energy è stato anche Efisio Demuru, assessore del Pd a Capoterra, fondatore del gruppo “Diciamo no a un impianto eolico off-shore nel Golfo degli Angeli” sul social network Facebook: «Trevi Energy ha formalmente rinunciato ma resta il tema delle competenze - fa rilevare - la Regione deve poter dire la sua in materia, visto che l'ambiente e le risorse naturali sono dei sardi e devono essere considerate un valore che non si può svendere a nessuno».

ANTHONY MURONI

 
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Efisio Demuru

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