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Rischio idrogeologico, subito le opere di sicurezza del territorio un comitato sceglierą le prioritą PDF Stampa E-mail
L'Unione Sarda, articolo di Andrea Piras - 30 gennaio 2010

Capoterra. Un comitato deciderà le priorità su cui intervenire per avviare il piano di messa in sicurezza della vallata del Rio San Girolamo-Masone Ollastu.

A desso i ritardi dovranno essere davvero superati. Perché troppi interventi, dopo l'alluvione dell'ottobre 2008, sono andati avanti con eccessivo rilento e troppe sono ancora le emergenze in un territorio che ha urgente necessità di essere messo in sicurezza per evitare il ripetersi di eventi calamitosi. Quei disastri che negli ultimi dieci anni si sono ripetuti con puntuale drammaticità su Capoterra e lungo la costa sud-occidentale dell'Isola.

Intanto un passo importante è stato fatto. Comune, Regione (con i suoi assessorati competenti, in testa quello ai Lavori pubblici), Genio civile, Protezione civile si sono incontrati l'altra mattina per istituire il Comitato che dovrà individuare le priorità per consentire la realizzazione delle opere di messa in sicurezza idrogeologica lungo l'intera vallata del Rio San Girolamo-Masone Ollastu.

L'attesa è per la versione rivista e corretta del Piano di assetto idrogeologico affidata alla società Hidrodata di Torino (una prima stesura dello studio e in particolare l'idea degli imponenti muraglioni di cemento armato a difesa delle abitazioni non aveva convinto gli amministratori municipali). Da questo programma bisognerà partire per scacciare i rischi.

«La nostra posizione è nota da tempo, scritta nero su bianco nella delibera del Consiglio comunale approvata il 30 dicembre del 2009», spiega il sindaco Giorgio Marongiu, «vogliamo, e questo abbiano chiesto, replicare l'esperienza del Santa Lucia, quegli interventi infrastrutturali realizzati in passato dal Consorzio di bonifica, inizialmente contestati da qualcuno, ma che si sono poi rivelati ottime performance. È vero, abbiamo maturato troppi ritardi, le elezioni regionali non hanno certo facilitato la realizzazione dei programmi d'intervento, ma ora i poteri straordinari in capo alla Regione vanno veramente utilizzati. Sembra però che nessuno, per questa delicatissima programmazione di interventi antialluvione, voglia esercitarli».

La parola d'ordine è a questo punto «snellire le procedure autorizzative». Spiega l'assessore comunale ai Lavori pubblici, Efisio Demuru: «Una volta stabilite le priorità bisognerà avviare i progetti che evidentemente avranno necessità dei nulla osta. Ebbene, alla Regione abbiamo chiesto che questi procedimenti burocratici vengano accelerati». Un parere condiviso dall'assessore regionale ai Lavori Pubblici Angelo Carta, che ha accolto le proposte promettendo un suo diretto impegno. In pratica non si dovranno più attendere le singole e diverse autorizzazioni per un progetto, ma si dovranno mettere insieme tutti gli interlocutori (intesi anche come singoli assessorati regionali) per un'operatività maggiormente snella.

Insomma, il conto alla rovescia sembra finalmente cominciato. Da Torino dovrebbe rientrare in questi giorni il mega-studio affidato dalla Regione al consorzio di imprese del quale fanno parte. Oltre a Hydrodata, anche la Art-ambiente-risorse-territorio di Parma e la Dhi Italia, la filiale della danese Water Environment Health. Un piano da 36 milioni di euro stanziati dalla stessa Regione che, almeno nella prima stesura, prevedeva un viadotto di 110 metri a Poggio dei Pini (la costruzione del ponte di Pauli Ara segue altre strade); la creazione di un argine per imbriglierà il rio San Girolamo prima della diga di Poggio, l'innalzamento di un barriere in cemento alte cinque metri e mezzo metri e lunghe 210 a protezione delle case di Rio San Girolamo. Proprio le opere che l'amministrazione municipale ha categoricamente contestato. Saranno anche demoliti e ricostruiti tutti i ponti lungo il fiume e sul territorio comunale, compresi quelli che attraversano la Sulcitana.
 
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Efisio Demuru

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