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Una storia democratica dai DS al PD PDF Stampa E-mail
Settembre 2007

La costruzione di una grande forza riformista, progressista, europeista e modernista è iniziata, nel nostro paese, un decennio fa sotto l’ombra dell’Ulivo. Oggi siamo di fronte alla tappa decisiva di questo percorso che dovrà portare alla nascita del Partito democratico, una forza che dobbiamo riempire di contenuti con la consapevolezza delle nostre storie, e con la visione di una nuova società moderna, più giusta, equilibrata, dinamica, sostenibilmente sviluppata.

Questa “storia democratica” ha un inizio: la lotta partigiana per la libertà e la democrazia in Italia, le tradizioni culturali e politiche più sinceramente popolari, il cattolicesimo democratico e sociale, il riformismo socialista e laico e la storia del comunismo italiano si unirono già allora per il bene della nazione.

Le vicende geopolitiche mondiali hanno, in seguito, portato ad una temporanea separazione.

Oggi è necessario riprendere quello spirito originario e quelle passioni civili per continuare quel cammino, che passa da Gramsci, da Rosselli, da Gobetti, da Spinelli, da Lussu, da Moro e da Berlinguer. L’orizzonte culturale in cui dovrà muoversi il Pd è quello delle forze europee riformiste e progressiste, delle forze democratiche, del tanto discusso “Ulivone mondiale”, che passa dai democratici americani al partito del Congresso indiano, dai progressisti europei alle recenti esperienze sudamericane, ma che deve partire dall’adesione al Partito Socialista Europeo.

La vocazione maggioritaria e di governo del Partito democratico dovrà essere in grado di agire sempre e costantemente per il bene del Paese, svincolandosi da quella miriade di corporazioni e di lacci, dagli odiosi monopoli e cartelli, che strangolano l’interesse generale a scapito dell’interesse dei pochi. Per questo definirei l’azione politica del nuovo soggetto “laica”, per vocazione.

 

Lo sforzo sarà la continua inclusione della società e dei cittadini nel progetto politico per il bene comune, rafforzando le attuali forme di partecipazione, migliorandole, reinventandole, includendo quanti oggi sono esclusi: solo così ci sarà quella legittimazione di rappresentanza senza cui il Pd perderebbe la propria missione. Dobbiamo mettere insieme le donne e gli uomini che militano nei Ds e nella Margherita con tutti quei cittadini che sceglieranno di impegnarsi nel nuovo soggetto politico.

Per farlo abbiamo bisogno di equilibrio e di saggezza, ma anche di coraggio e generosità, un grande partito deve essere una casa accogliente per molti, dove la maggioranze abbiamo la responsabilità delle scelte ma anche dell’ascolto delle minoranze. Un grande partito pluralista, con un livello di partecipazione alto e reale, non un grande comitato elettorale da rispolverare ad ogni elezione, ma un corpo vivo capace di essere mediatore tra la società e le istituzioni.

Per questo motivo abbiamo bisogno di separare anche nei livelli regionali, provinciali e comunali la carica di Segretario da quella di Presidente della regione, Presidente della Provincia e di Sindaco. Abbiamo bisogno di una democrazia moderna non di vecchi modelli leaderistici che non sono in grado di risolvere concretamente il bisogno di nuova politica e di partecipazione.

La sfida con gli alleati della sinistra comunista e massimalista non dovrà avvenire con una delega di rappresentanza di alcune tematiche o pezzi di società, ma sul piano dei metodi e dei contenuti: io, penso, che anche sui temi cari alla sinistra più estrema, un rigoroso intervento riformista possa dare risposte a molte attuali richieste (non va mai dimenticato però che per essere riformisti bisogna, dapprima, sapere dove si vuole andare e, quindi, applicare un sano decisionismo, dopo aver concertato con i soggetti chiamati in causa a seconda delle tematiche).

E nonostante questa intenzione maggioritaria, dovremo garantire rappresentatività, in primis, a tutta quella fetta di società onesta, laboriosa, dinamica, preparata, interessata al bene dell’intero paese, in sintonia con l’Europa ed il cambiamento del mondo, piena di un senso civico troppe volte calpestato in Italia (e una delle missioni del Pd sarà proprio quella di recuperarlo).

In primis dovremo garantire voce a questa gente. Ma non solo. Nostra missione sarà rappresentare il mondo del lavoro, chi ha avuto più successo e chi è rimasto indietro (perché solo aiutando chi non ce l’ha ancora fatta e dandogli delle chances, possiamo garantire sviluppo e dignità), i giovani, gli anziani, le donne, i consumatori, l’industria. Ma deve essere chiaro che noi lavoreremo per il bene del paese, non per il bene di una categoria.

Il primo impegno dovrà essere volto ad un impegno per un’etica della gestione pubblica, evitando candidature di persone condannate, ed attuando comportamenti moralmente degni ed accettabili. Inoltre dovremo prevedere un inasprimento delle pene per corruzione e reati amministrativi/fiscali, una riduzione degli stipendi dei politici, una sensibile riduzione dei troppi enti ed istituzioni presenti in Italia, garantendo sviluppo ed efficienza solo a quelli realmente necessari.

La politica dovrà svincolarsi, finalmente, da ciò che non le compete: ad esempio dalle nomine nell’informazione (ad esempio dalla Rai) o nella sanità (Asl), evitando un fastidioso corto-circuito di potere. Inoltre, sarà necessario imporre il vincolo del doppio mandato, per garantire sempre piena rappresentatività a tutta la società, iniziando così a risolvere l’anomalia italiana della gerontocrazia.

L’impegno del Partito democratico dovrà essere, finalmente, la realizzazione di un senso civico elevato nel Paese, e lo sviluppo della meritocrazia, per dare le medesime possibilità di partenza a tutti i cittadini. Solo con la meritocrazia possiamo pensare di rendere il sistema-paese competitivo. Si dovrà garantire, finalmente, una norma in grado di regolare i confiltti d’interesse, come in tutte le democrazie moderne. Dovremo rapportarci con i cittadini in modi nuovi, attraverso anche le nuove tecnologie, garantendo piena trasparenza e controllabilità del nostro operato e dei nostri costi. Dovremo garantire il pieno rispetto del nostro mandato.

Il sistema economico dovrà essere reso più dinamico tramite liberalizzazioni a favore dei consumatori, rendendo la vita più semplice ai cittadini. L’impegno prioritario sarà verso uno sviluppo sostenibile, essendo sempre, realmente, attenti al problema dei mutamenti climatici, garantendo incentivi a chi meno inquina e nel contempo elevata produttività, favorendo le energie rinnovabili ed incentivando la lotta agli sprechi. Non potendo più basarsi sulle svalutazioni della lira, il prodotto italiano dovrà puntare su qualità, tecnologia ed internazionalizzazione.

Sappiamo bene come il sistema capitalistico da una parte abbia storicamente vinto, e dall’altra sia portatore, comunque, di ingiustizie: alla politica spetta il compito di introdurre quei meccanismi correttivi nel sistema per renderlo più giusto ed umano. Questo sarà il nostro compito.

Le infrastrutture prioritarie e necessarie per il Paese dovranno essere realizzate in tempi e costi certi: non è più pensabile impiegare quindici anni per fare una strada statale. … I giovani dovranno cessare di convivere con l’incubo della precarietà, per evitare di ammazzare il futuro di una intera generazione (poi ci si stupisce che la natalità sia così bassa). Si dovrà sviluppare la scuola pubblica, garantendo una minore incidenza dei costi per l’istruzione sulle famiglie: parlo di una scuola più giusta e più equa, che renda effettivo il diritto allo studio dei ragazzi e delle ragazze più capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi economici.

Nostro impegno sarà rendere efficiente la pubblica amministrazione, anche punendo i fannulloni, incentivando i meritevoli, e facendo leva sulle nuove tecnologie.

Lo Stato sociale dovrà essere reso efficiente ed in grado di rispondere alle esigenze degli anziani così come dei ventenni di oggi, senza intaccarne l’efficacia negli anni futuri. Sappiamo bene come la solidarietà sociale sia un principio non negoziabile. Modelli vincenti da prendere ad esempio sono molti, in primis le sviluppate democrazie nordiche.

Pensare ad un collocamento effettivamente funzionante in grado di ricercare un lavoro per ogni profilo professionale e contemporaneamente avere la certezza, in un sistema flessibile, che nel tempo della ricerca si percepisca un reddito simile all’ultimo stipendio, dovrebbe essere doveroso. Bisognerà garantire alle giovani coppie assistenza nel coniugare lavoro e famiglia tramite una rete efficiente di asili nidi, così come sarà necessario provvedere a dare aiuto a tutti quelli anziani in difficoltà, le cui famiglie non riescono a garantire adeguate cure o assistenza.

La sanità pubblica di qualità va garantita per tutti: anche negli Stati Uniti, dove la sanità è interamente privata, questo tema inizia ad essere all’ordine del giorno. Le tasse dovranno essere proporzionate al reddito di ognuno, applicando ciò che già esprime la Costituzione, favorendo una riduzione della pressione fiscale, essendo però ben consci dell’importanza della tassazione, in grado di garantire sviluppo, welfare e benessere per tutti. Per questo l’evasione dovrà essere combattuta come reato con pene severissime. Deve finire l’epoca dei soliti pochi che pagano alle spalle dei tanti.

Il rispetto delle leggi è una questione di sinistra. La legge dovrà essere finalmente rispettata e dovrà essere effettivamente uguale per tutti. Non possiamo parlare di sicurezza dei cittadini, quando ai delinquenti non è garantita certezza della pena.

La politica estera dovrà essere basata sul multilateralismo, con un’Italia protagonista nella costruzione di un’Unione Europea veramente unita anche politicamente in grado da agire come polo politico mondiale insieme a Stati Uniti, Russia, Cina e India. Il ruolo dell’Europa sarà quello di una forza che agisce con la diplomazia per redimere le vicende internazionali, così determinata e determinante da garantire ancora maggior sviluppo economico per i nostri popoli. Dovremo favorire il ruolo delle Nazioni Unite ed il suo operato. L’Europa sarà attenta ai bisogni dell’Africa e dei paesi più poveri, dando un significativo contributo nel miglioramento delle condizioni di vita sul nostro pianeta.

L’azione del nuovo partito, come dicevo precedentemente, dovrà essere necessariamente “laica” in ogni sua decisione: non solo ampliando diritti (e doveri) dei cittadini, o con un’attenzione verso il bene della laicità dello Stato, per garantire tutti i cittadini di fronte allo Stato, ma agendo per il bene dell’Italia, avendo il coraggio di cambiarne comportamenti incrostati ormai da troppi anni. Possiamo migliorare il nostro Paese con un rigoroso riformismo. Vogliamo creare un moderno, dinamico, civile e normale Paese europeo. Questa è la nostra nuova frontiera.

Per tutti questi motivi ho accettato di essere candidato nella lista, del collegio 10, per l’Assemblea nazionale con i Democratici sardi per Veltroni e per gli stessi motivi sono impegnato nella campagna a favore della candidatura di Antonello Cabras per la segreteria regionale dei Democratici sardi.

Perciò chiedo di votare per la carica di Segretario nazionale Walter Veltroni e per la carica di Segretario regionale Antonello Cabras.
 
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Efisio Demuru

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